La Festa della Madonna del Lago
La Festa della Madonna del Lago (conosciuta anche come “Festa dei Limoni”) si celebra ogni anno la prima domenica di maggio, tradizionalmente in ricordo del giorno (si trattava della domenica successiva all’Ascensione del 1279) in cui l’allora piccola chiesa venne consacrata al culto.
Profonda è, in quest’angolo di Romagna, la devozione popolare in onore della Madonna del Lago, effigiata nell’icona mariana conservata da secoli all’interno del Santuario.
Una festa religiosa che è da molti sentita come pellegrinaggio: i meno giovani ricordano ancora, ad esempio, quando le processioni convergevano al Lago partendo dalle parrocchie limitrofe alle prime luci dell’alba. A conclusione della celebrazione religiosa solenne, poi, oggi come allora si innalza l’inno le cui parole (“Dal fulgido Oriente, o bella Signora… Madonna del Lago, deh prega per noi!”) furono scritte da monsignor Borghesi nel 1941.
Sul sagrato della chiesa, oggi come tanti anni fa, è tradizione trovare le bancarelle con i giocattoli per i bambini e, soprattutto, con i profumati e succulenti limoni (o, per meglio dire, cedri).
Pressoché ignota è l’origine dell’antica tradizione di accompagnare alla celebrazione religiosa la vendita di questi agrumi. E’ verosimile che una limonaia (oggi, peraltro, scomparsa) doveva trovarsi nel podere della casa colonica denominata “Agrumaia”, situata a poche centinaia di metri dal Santuario del Lago (nella zona tra le attuali vie Fontanaccia e Volpe dove fino all’Ottocento si trovava l’antica parrocchiale di S. Cristoforo in Bassano).
Si tratta di una giornata dove i presenti, sempre numerosi, possono godere di diversi momenti conviviali proposti dalla comunità parrocchiale: dalla pesca e dal mercatino di beneficenza alla vendita degli oggetti sacri e dei ricordini del Santuario, ai giochi tradizionali dei bambini sul prato, alla cucina, che offre piadina ed altre ghiottonerie locali.
Il tutto in un ambiente festoso per grandi e piccoli, dove il sacro e il profano si fondono armoniosamente nel segno della tradizione.
Ivan Severi
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